L'industria manga giapponese affronta il problema della pirateria all'estero

Kadokawa ha trovato lo scorso anno almeno cinque app collegate a siti illegittimi in lingua straniera negli app store gestiti da Google e Apple

di Rikuz404

Apprendiamo da una notizia del famoso sito web NHK World Japan, che un numero crescente di siti Web di pirateria approfitta della popolarità globale dei manga giapponesi per vendere illegalmente versioni in lingua straniera. L'attenzione quindi degli editori giapponesi, la cui azione si sta facendo sentire neu confini nazionali, si sta spostando a combattere la pirateria anche fuori del Sol Levante

L' Authorized Books of Japan (ABJ) tramite un sondaggio condotto a febbraio, ha rilevato che 1.207 siti offrivano titoli piratati, fra i quali 913 (ovvero più del 70%) erano in inglese, vietnamita e altre lingue straniere. Fortunatamente, l'uso dei siti di pirateria giapponesi è crollato in modo significativo dopo che editori e organizzazioni hanno adottato misure per affrontare il problema, ma si aggiunge che le versioni in lingua straniera di tali siti si sono espanse negli ultimi anni, prendendo di mira principalmente le persone nei paesi del sud-est asiatico.
L'ABJ stima che questi siti abbiano almeno cinque volte il traffico di quelli giapponesi e che le perdite derivanti dalla violazione del copyright siano probabilmente molto più elevate.
 


Negli app store ufficiali sono purtroppo disponibili numerose app illegali che guidano gli utenti verso siti di pirateria all'estero.
Il principale editore giapponese Kadokawa ha dichiarato di aver trovato, nel febbraio dello scorso anno, almeno cinque app collegate a siti illegittimi in lingua straniera negli app store gestiti da Google e Apple; queste app sono state poi rimosse dopo che l'editore ha intrapreso un'azione legale. 


Ricordiamo che i
 


La Japan's Content Overseas Distribution Association èKodansha

La Japan's Content Overseas Distribution Association ad oggi afferma che è difficile identificare i siti di pirateria all’estero attraverso gli app store ufficiali, poiché i metodi di visualizzazione variano a seconda dei paesi e delle regioni.
Il CODA, dunque, ha richiesto misure più drastiche per affrontare questo problema. Nel frattempo ha incassato una vittoria in Cina dove un tribunale cinese, su indicazione del CODA, ha ritenuto tre cittadini colpevoli di violazione del copyright per aver gestito uno dei più grandi siti web di pirateria. La corte cinese ha affermato che chi gestiva questo sito per circa 15 anni a partire dal 2008, attraverso server in Cina, Canada, Giappone, ha guadagnato circa 250.000 dollari in entrate pubblicitarie distribuendo più di 45.000 video di anime senza autorizzazione. Prima di essere chiuso l'anno scorso, il sito, noto come B9GOOD, consentiva ai visitatori l'accesso gratuito a molti titoli, inclusi anime e film giapponesi. Vantava più di 300 milioni di visite negli ultimi due anni di attività.



Fonte consultata:
NHK
NHK 2
 

Versione originale della notizia